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LIFESTYLE

CASITA – Adriana Correa

Al Kidsroomzoom 4 sono andata anche per vedere dal vivo un progetto che tenevo d’occhio da un po’ di tempo. Un letto a soppalco a forma di casa, che si evolve nel tempo per adattarsi alle nuove esigenze di crescita e di gusto. Casita (questo il suo nome) è un letto adatto a bambini dai cinque anni fino alla maggiore età. L’idea nasce da una bambina che ha visto realizzare il suo progetto grazie alla mamma architetto.

La mamma è Adriana Correa architetto di origine venezuelana e trapiantata a Roma, che in rete cura il blog Kid’s Modulor. Sua figlia, al tempo cinquenne, desiderava uno spazio intimo dove giocare, leggere e sognare, magari a forma di casa. Ecco che Adriana, mediando le richieste della bimba, e con la sua esperienza di mamma architetto, ha progettato Casita. Un letto casetta trasformabile, facilmente lavabile e con parti rimovibili facili da riporre in poco spazio.

Casita è realizzato in legno massello di frassino e pannelli di multistrato di abete. La produzione è made in Italy usando legno FSC classe E1.
E’ pensata per due diverse tappe della crescita del bambino.
Dai 5 anni: con la base del letto ad una altezza di 120 cm. e un telaio a forma di casetta con una copertura in tessuto. I bambini potranno giocare nella casetta e sentirsi protetti durante la nanna.
Dai 9 anni : con la base del letto ad una altezza di 150 cm. ed eliminando il telaio.

 

 

Purtroppo con Adriana non siamo riuscite a vederci in questa frenetica settimana, ma le ho chiesto di rispondere ad alcune domande per noi. Vi presento Adriana Correa.

 

Chi è Adriana Correa?

Adriana Correa è una venezuelana che vive a Roma da più di dodici anni, che ama l’Italia, il paese dove sono nati i suoi figli, e che lotta perché diventi un posto migliore, più civile, più curato e più democratico. Sono forse una idealista, difendo la scuola pubblica, pianto fiori nelle piazze, invito i bambini del condominio a giocare a casa nostra, chiedo ai proprietari dei ristoranti di mettere un fasciatoio in bagno … insomma, credo nelle persone, credo che un cambiamento è possibile partendo dal basso. Soffro molto per il mio paese, il Venezuela, nel vederlo affondare nella violenza, la povertà, la non democrazia, la mancanza di speranza, credo che tutti abbiamo una responsabilità verso le nostre città, che dobbiamo lottare per far rispettare i nostri diritti e imparare a rispettare quelli degli altri per riuscire a vivere in armonia; so bene che l’indifferenza e l’individualità portano solo alla decadenza.

Come è nato il progetto Casita?

Casita è nata da una esperienza di progettazione partecipata con mia figlia Marta, quando aveva cinque anni. L’idea di fare un letto a forma di Casetta è stata sua, era un suo desiderio. Io ho cercato solo di renderlo fattibile venendo incontro anche alle mie esigenze di mamma: volevo un letto che durasse nel tempo, non solo durante gli anni in cui lei volesse giocare nella casetta, e quindi l’ho reso trasformabile: il telaio si smonta e si toglie la copertura in tessuto, occupando così poco spazio una volta dismessi, e la base del letto si sposta in altezza, in modo che con la crescita può avere luogo una scrivania nello spazio sottostante. Poi volevo anche una scaletta non a pioli, perché la trovo più sicura, dove poter mettere giochi e libri sempre in giro per la stanza. Questa è Casita.

Quanto è importante la scelta dei materiali e dei colori?

La scelta dei materiali è molto importante, sono del parere che ormai non possiamo più disegnare senza tenere in considerazione aspetti etici verso il nostro pianeta e le persone che lo abitano. Il colore poi è tutto un tema, per me molto appassionante e al quale ci tengo molto, specialmente se si tratta di oggetti per bambini.

Anche tu sei un architetto e una mamma, come hai deciso di strutturare lo spazio nella tua abitazione?

La nostra casa è abbastanza grande e spaziosa (siamo pure in cinque!), abbiamo pochi oggetti, pochi arredi e tanti libri; gli spazi sono luminosi e aperti. Cerco di renderla comoda e accessibile a tutti con semplici interventi che permettano ai bambini la loro autonomia, ma al tempo stesso abbiamo anche alcune regole, poche ma ferme, necessarie per la convivenza. I bicchieri e posate dei bambini stanno nel ripiano in basso della cucina, in modo che loro li possono sempre prendere da soli, così come i biscotti e le cose per fare la merenda, però questa ha degli orari precisi e si fa solo a tavola, non è che i bambini mangiano biscotti in qualsiasi momento e dappertutto; abbiamo uno scalino affianco al wc e una scaletta per arrivare al lavandino, i piccoli vanno in bagno e si lavano le mani da soli, ma sanno che non devono buttare l’acqua per terra; abbiamo un appendiabiti ad altezza bambino vicino alla porta e un armadio dove mettere le scarpe, appena si entra in casa ci togliamo le giacche e le mettiamo a posto e indossiamo le nostre ciabatte ecc. Insomma, per me la libertà funziona nella misura in cui ci sono regole e vengono rispettate da tutti, adulti in primo luogo. La casa è soprattutto un luogo di convivenza, quindi tutti dobbiamo sentirci comodi e questa deve poter rispondere ai bisogni di tutti.

Perché hai deciso di aprire il tuo blog?

Ho aperto il mio blog al inizio per usarlo come strumento per il mio lavoro, come un luogo dove archiviare le mie ricerche, un quaderno di appunti virtuale, per quello si chiama “quaderno di idee, giochi e sperimentazioni”. Il blog è uno spazio molto personale, non scrivo quasi mai su arredamento ma sulla mia visione del mondo dell’infanzia oggi; sulla esperienza della scuola dei miei figli, sugli spazi urbani non adatti ai bambini, sui miei ricordi d’infanzia, dai quali cerco di trarre le cose che mi affascinavano e mi piacevano da bambina, le osservazioni verso i miei figli, ecc. Vorrei scavare tra i ricordi e cogliere le manifestazioni di autentica felicità nei miei figli per trovare un’espressione genuina del mondo dell’infanzia. Nel progettare oggetti e arredi per bambini bisogna prima capire chi sono loro e quali sono i loro interessi, un po’ di questo tratta la mia ricerca.

Argomento che ti sta a cuore?

Il riconoscimento dei bambini come cittadini, gli spazi urbani che dovrebbero essere adatti a loro e sicuri. E’ incredibile la fatica che si fa costantemente quando si va in giro perché i bambini non vengono mai considerati, nessuno pensa a mettere un lavandino piccolo e in basso nei luoghi pubblici, neanche nei parchi o nello zoo, luoghi frequentati costantemente da loro, nessuno pensa a disporre di un tavolino e qualche gioco nei luoghi pubblici dove si fanno lunghe attese, nessuno mette un fasciatoio nel bagno di un ristorante. Insomma, i bambini non interessano a nessuno, si da per scontato che la mamme se ne occuperanno loro, ma così non si favorisce l’autonomia, non si formano cittadini partecipi che si sentono riconosciuti e quindi in debito con la propria città.

Progetti che puoi svelarci?

Il prossimo sarà per i gemelli … ma non mi piace dire niente … voglio realizzarlo e ne parleremo in futuro!
Grazie mille Adriana!

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9 Comments

  • Reply miss suisse

    ma è stupenda questa Casita!!! 🙂

    15 Aprile 2014 at
    • Reply Simona

      E dal vero è ancora più bella

      16 Aprile 2014 at
  • Reply kid's modulor

    Grazie Simona!, un abbraccio, Adriana.

    15 Aprile 2014 at
    • Reply Simona

      😀 un abbraccio a te!

      16 Aprile 2014 at
  • Reply serena (io imparo con la felicità)

    cammina, cammina che si arriva lontano!

    15 Aprile 2014 at
  • Reply Mara Caumo

    Bellissimo questo letto! Ciao Simona!

    16 Aprile 2014 at
    • Reply Simona

      Vero? merito della bravissima Adriana e della sua bimba!!

      16 Aprile 2014 at
  • Reply Alessia

    Letto bellissimo e intervista molto interessante.

    16 Aprile 2014 at
    • Reply Simona

      é davvero un progetto interessante! Le interviste ci permettono di conoscere qualcosa di più sui progettisti e cosa c'è dietro al loro lavoro! Presto ne arriveranno altre!

      16 Aprile 2014 at

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